
Nell'Oasi San Felice possiamo distinguere essenzialmente quattro habitat diversi (cinque, se si considerasse anche la spiaggia libera, che appartiene al Demanio Marittimo), in parte completamente naturali, in parte forgiati anche dal lavoro secolare dell'uomo, soprattutto a partire dalle grandi bonifiche cominciate nell'800 dai Granduchi Lorena di Toscana.
In primo luogo la pineta, che risale appunto al lavoro di impianto delle fustaie iniziato quasi due secoli fa, ora divenuta l'imponente quinta verde dell'Oasi; e, di conseguenza, il sottobosco lussureggiante di essenze mediterranee che prolifera grazie proprio alla protezione della fitta pineta; poi la duna con la sua tipica prateria di erbe e cespugli che le conferiscono quel caratteristico e affascinante aspetto selvaggio; infine la fiumara, anch'essa opera del lavoro umano, che costituisce un ambiente lacustre molto propizio alle specie di uccelli acquatici.
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