Tagliata Etrusca

Per chi ama l’avventura e il mistero sicuramente questo è il luogo ideale da visitare, non solo per perdersi nell’incantevole bellezza e potenza della natura, ma anche per stimolare la fantasia e, perché no, provare a trovare un misterioso tesoro…

Quando la storia diventa leggenda: la magia della Tagliata etrusca e lo Spacco della Regina

Siamo sotto il colle di Ansedonia, dalle parti di Orbetello, verso il limite meridionale del bellissimo Monte Argentario: una zona che, insieme con Orbetello, Porto Santo Stefano, Porto Ercole e le isole, rappresenta una delle aree marittime più interessanti e suggestive, sicuramente da visitare. Ed è qui tra la Tagliata etrusca e lo Spacco della Regina che trova ambientazione una misteriosa storia che vede protagonista una giovane ed enigmatica regina etrusca di nome Ansedonia…

di Giada Rustici

Chi conosce la Maremma non può non pensare alle mille leggende che la popolano. Ebbene sì, la nostra Maremma è la terra più ricca di storie e leggende per antonomasia ormai da tempo immemore, ma che, nonostante i secoli, non hanno perso il loro fascino: da sempre sono utilizzate dal popolo per motivare e spiegare un evento importante e spesso incomprensibile per la comunità o per giustificare la nascita di una tradizione; sono da sempre il ponte naturale per collegare il passato con il presente e rappresentano un elemento di fondamentale importanza per l’identità di questo territorio, diventando parte integrante nella memoria di tutti. Sono presenze reali o meno, mitologiche, storie d’amore e di odio i protagonisti dei racconti celati nelle mura degli antichi castelli, dei borghi medioevali o nei dipinti delle Chiese e che vengono narrati spesso dalle persone del posto, magari davanti alla brace scoppiettante di un vivace caminetto durante le sere d’inverno o per affascinare i viaggiatori che si avventurano per le nostre terre. Sono queste storie a mantenere viva l’identità dei nostri luoghi e a diffondere la loro perpetua voce nel mare della memoria: così le nostre magiche terre, dove storia e leggenda si fondono in un armonico ballo, si trasfigurano in un mondo tanto fantastico quanto reale, dove ognuno di noi ne diventa il protagonista effettivo.

Sono tanti i luoghi del nostro territorio in cui la storia scivola nella leggenda e dove l’inspiegabile si insinua lento, e per chi volesse assaporarne il gusto almeno un po’ si lasci guidare dallo scorrere dei secoli ed arrivi, diretto, per questa volta, nella zona di Orbetello.

Siamo precisamente nei pressi di Ansedonia, verso il limite meridionale del bellissimo Monte Argentario: una zona che, insieme con Orbetello, Porto Santo Stefano, Porto Ercole e le isole, rappresenta una delle aree marittime più interessanti e suggestive.

Ansedonia sorge sui silenti resti dell’antica città di Cosa, un importante centro prima etrusco e poi romano costruito nel 273 a.C. ai piedi della collina di Ansedonia, proprio dove inizia la spiaggia nera, c’è una grande parete rocciosa: è qua che si nasconde un luogo magico, dal silenzio profondo e dall’atmosfera irreale. Alla base del promontorio si trovano i resti di un porto, che quando fu costruito era dotato di grandi e imponenti infrastrutture, ancora oggi in parte visibili. Per evitare l’insabbiamento dello scalo e per garantire un costante ricambio d’acqua, fu scavata una grande fenditura del promontorio, la cosiddetta Tagliata etrusca: era un’opera unica nel suo genere, un vano artificiale scavato nella roccia perfettamente levigata e dotato di porte lignee che venivano aperte a seconda della stagione per immettere o far defluire acqua dal bacino portuale ed evitare così il ristagno delle acque e l’accumulo dei detriti. In realtà già il nome di per sé nasconde una curiosità che lascia trapelare già i primi veli di mistero: sebbene sia appellata e a lungo ritenuta etrusca, in realtà sembrerebbe trattarsi di una magnifica opera di ingegneria idraulica romana del periodo repubblicano, costruita, su progetto di ingegneri etruschi, per evitare, esattamente, l’insabbiamento dell’antico porto, creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del vicino Lago di Burano. Se volete ammirarne tutta la bellezza, salite le scale scavate direttamente sugli scogli e vi troverete proprio al di sopra della Tagliata dove potrete ammirare dall’alto il mare che s’incanala perdendosi in grotte sotterranee: uno spettacolo magico immerso nel canto delle onde.

Ma la vera particolarità di questo luogo, non tralasciando la sublime bellezza, è soprattutto un’altra. Aguzzando la vista, infatti, scesi sulla spiaggia, guardando la parete rocciosa in basso sulla sinistra in corrispondenza di uno slargo, si scorge una fenditura nella roccia: questo è il famoso Spacco della Regina, che secondo l’archeologia antica avrebbe avuto la stessa funzione di drenaggio della Tagliata. Il ponticello che unisce le due coste ormai non è più presente e quindi arrivare alla grotta della Regina risulta piuttosto difficoltoso. Ma nulla, si sa, è impossibile: momentaneamente è presente infatti un passaggio di fortuna, formato da tronchi e assi legati tra loro e già questa particolarità aumenta la suggestione del luogo. Per i più coraggiosi non spaventati dalla paura di affrontare il guado precario e di cadere in acqua, sull’altra sponda si apre il varco della grotta il cui ingresso è reso anch’esso poco agevole probabilmente da una frana che in passato lo rese inagibile. Vale la pena però provare ad entrare: all’inizio l’oscurità sembra quasi inghiottire, ma inoltrandosi e percorrendo qualche metro, ecco che si schiude una fenditura che lascia penetrare un poco di luce dall’esterno; dopo un altro cunicolo buio e tortuoso si apre una grotta con uno squarcio aperto verso l’alto, illuminata dalla luce del giorno. Qua il silenzio profondo, la luce che penetra tra la vegetazione in alto, le strette pareti di roccia e il canto degli uccelli che la popolano creano una suggestione fuori dal comune: una volta all’interno, sarà facile comprendere come questo sito abbia dato origine a numerose leggende.

Lasciandosi trascinare dalla suggestione del luogo sarà possibile a udire storie diverse. Alcune voci, infatti, ritengono che lo Spacco della Regina nasconda una verità diversa: la presenza di tre ambienti enigmatici, aperti sulla cima e posti in sequenza, farebbe pensare ad un possibile impiego per scopi rituali. Che sia stato forse un tempio per riti religiosi o per sacrifici umani, o forse un nascondiglio per scappare dalle barbarie dei pirati turchi che attanagliavano le coste maremmane?

Tra le dubbiose verità, c’è però una storia che attraversa lunghi secoli e stimola il mistero e la fantasia, rimanendo fedele alle sue versioni: la protagonista è una giovane ed enigmatica regina etrusca di nome Ansedonia.

La giovane regina fin da piccola era costretta ad uno stile di vita che fosse all’altezza del ruolo che ricopriva nella società e che quindi le impediva di svolgere qualsiasi attività di svago e libertà rispetto agli altri bambini, che erano considerate impensabili per una nobile; talvolta però le era consentito di uscire dalla reggia per dilettarsi in qualche passeggiata e fu proprio durante una di queste libere uscite che si imbatté in un luogo di straordinaria bellezza: una conca naturale con acqua talmente limpida che la giovane Ansedonia non seppe resistere all’impulso di tuffarsi lasciandosi abbracciare dall’acqua. Da quel giorno la regina scelse quel luogo come unica meta delle sue passeggiate. A quei tempi però il bagno in luoghi aperti era considerato oggetto di scandalo per una donna qualsiasi e quindi figuriamoci per una regina. Fu così che le malelingue subito si scatenarono: si diffuse la convinzione che la regina fosse discepola di streghe e demoni e che in quel posto venissero celebrati riti satanici. Forse stanca di queste maldicenze, un giorno la regina Ansedonia non fece più ritorno a casa e così si pensò complice e vittima di quei riti malefici, alimentando il mito che fosse scomparsa per sempre in quelle acque misteriose.

Su una cosa però tutte le storie convergono: si narra anche che questo sia il luogo dove la stessa Ansedonia abbia nascosto un tesoro misterioso che non è mai stato trovato.

Dunque per chi ama l’avventura e il mistero sicuramente questo è il luogo ideale da visitare, non solo per perdersi nell’incantevole bellezza e potenza della natura, ma anche per stimolare la fantasia e, perché no, provare a trovare quell’agognato tesoro che ormai, attraversando lunghi secoli, ha scosso gli animi di moltissimi avventurieri.




Articolo pubblicato nel numero di aprile 2018 di Maremma Magazine, l’unico mensile di informazioni turistiche e culturali interamente dedicato alla Maremma, alla sua gente, alle sue bellezze. In edicola ed on line - www.maremma-magazine.it

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Apr