In latino si chiamava Lacus Prilis ed era la grande distesa d’acqua marina che coprì la pianura di Grosseto a partire dal pliocene (tra 2,9 e 1,7 milioni di anni fa). Al tempo, le uniche isole che affioravano erano i rilievi più elevati, come i monti dell’Uccellina nell’attuale Parco Naturale della Maremma. Il tratto di mare si mantenne così per intere ere geologiche, ma pian piano i detriti lo chiusero fino a formare un vero e proprio mare interno, il lago Prile. Le sue acque rimasero salmastre fino almeno alla seconda metà del XIV secolo e proprio il commercio del sale fu una delle fonti economiche più importanti par la città di Grosseto, che attirò l’interesse della potente Siena. Solo nel 1386 una perizia senese constatò che la salinità era perduta e che il lago doveva essere considerato “stagno d’acqua dolce”. Con il tempo il lago si ritirò sempre di più fino a scomparire: unica traccia furono le malsane paludi che segnarono drammaticamente la storia della Maremma. Oggi, dopo le bonifiche, rimangono alcune aree umide protette dove si fermano gli uccelli migratori, come la Diaccia Botrona in prossimità di Castiglione della Pescaia.
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PIANO DI SVILUPPO E COESIONE – PSC TOSCANA
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Supporto alla valorizzazione dell’immagine della Toscana – Maremma Toscana Area Sud
Progetto Maremma Toscana Area Sud