Scendendo dalle mura da Porta Nuova si percorre Corso Carducci fino ad arrivare in Piazza Dante, oggi restaurata riproponendo l’aspetto ottocentesco. La piazza ha avuto nel tempo lastricati e impostazioni planimetriche diverse. Il XIX secolo portò numerose variazioni alla sua fisionomia. Al 1833 risale il tempietto di ghisa posto su un pozzo artesiano all’angolo con via Ricasoli, realizzato nelle Fonderie di Follonica su disegno di Francesco Leoni. Il tempietto fu rimosso e collocato ad Arcidosso in occasione della ristrutturazione complessiva della piazza che è legata all’erezione del monumento a Leopoldo II di Lorena detto Canapone (1846) in posizione centrale.
Il gruppo scultoreo, la maggiore opera di Luigi Magi (1804-1871), rappresenta in una trasparente forma simbolica gli effetti positivi della politica granducale sulla Maremma e la gratitudine dei suoi abitanti. Il Granduca Leopoldo II di Lorena, in toga, risolleva infatti una donna, la Maremma, che stringe a sé un bambino morto o moribondo, il passato, mentre un altro bambino, il presente, si stringe fiducioso al Granduca che calpesta il serpente della malaria. Il gruppo è completato dal grifone, emblema della comunità cittadina, che azzanna saldamente il serpente. La storia classica della Maremma è adombrata dalla corona d’alloro posta sulla testa della donna. Sul basamento è l’iscrizione:
ALLA GLORIA DI LEOPOLDO II
QUESTO MONUMENTO
CHE RICORDI AI FUTURI
LA RICONOSCENZA
DI UNA PROVINCIA RIGENERATA
E IL BENEFIZIO IMMORTALE.