La caciotta di pecora ha forma tondeggiante, colore giallo paglierino, sapore dolciastro. È molto profumata e ha consistenza morbida. Le pezzature sono di 1,2 kg circa.
Storia e tradizione
La caciotta di pecora deve la sua tradizionalità alla qualità del latte, ottenuto da ovini allevati al pascolo, e al tipico processo di trasformazione, gestito da artigiani abili ed esperti.
La maremma grossetana, oggi meta ambita da chi ami ed apprezzi la genuinità di un luogo, oltre cento anni fa fu teatro di scorrerie e regno incontrastato di un personaggio tanto inafferrabile quanto affascinante e fiabesco: Domenico Triburzi che, per oltre venti anni, guidò un gruppo di briganti in questo nostrano Far West. Si racconta che il suo potere fosse al servizio di signori e padroni ma non mancasse di far giustizia, a suo modo, per gli umili.
La cattura avvenne in un casolare nei pressi di Capalbio, mentre consumava una frugale cena: caciotta e pere. Seduto a tavola fu colpito a morte e così scomparve il personaggio ma non la sua leggenda che ancora oggi passa di bocca in bocca.
Area di produzioneLa caciotta di pecora si produce in tutto il territorio della Provincia di Grosseto. La sua produzione è annuale.
Il prodotto viene per lo più commercializzato nel resto d’Italia da grossisti e distributori non locali, ma piccole quantità vengono destinate anche alla vendita in Toscana e alla vendita diretta. La caciotta è stata presentata ad un convegno sulla filiera lattiero-casearia organizzato a Sorano dalla Asl.
Come gustare
Si consuma da sola o con salumi e si accompagna molto bene al vino rosso.
Il latte viene pastorizzato e quindi sottoposto alla trasformazione casearia: cagliatura e formatura. La stagionatura ha luogo in un apposito locale di maturazione, e dura dai 20 ai 40 giorni.